Corso – lunedì alle 18:15
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Un po’ di storia
L’incontro con il Maestro
Ho conosciuto ed iniziato il mio percorso con Giancarlo Crociati nel settembre del 1991 ed è stato nel corso del primo nostro incontro che qualcosa di me si sarebbe legato indissolubilmente a quella persona e alla via che mi stava proponendo.
Non si è trattato di una comprensione razionale che si è realizzata solo più avanti, ma di qualcosa che ho sentito, anche fisicamente, nel centro del cuore. Così, nei sedici anni condivisi con Giancarlo ho cercato di assimilare tutto il possibile del suo insegnamento, sia dal punto di vista strettamente formativo, sia di ciò che si realizzava attraverso lo scambio umano. L’obiettivo nel quale il maestro ci coinvolse era quello di condividere un percorso di ricerca umana e spirituale e in seguito raccogliere tutta l’esperienza e le conoscenze in un metodo da lasciare a chi sarebbe arrivato dopo. Il nome scelto fu Tao ACA Yoga. Purtroppo, data la prematura dipartita di Giancarlo nel 2008, il lavoro è rimasto incompiuto.
Tuttavia, con lungimiranza Giancarlo ha registrato su nastro praticamente tutti gli incontri di insegnamento tenuti da lui nell’arco di 11 anni, dal 1997 al 2008. In seguito, questo materiale audio è stato tradotto in scrittura dai suoi allievi. Il risultato di questo lavoro è una grande quantità di materiale dall’immenso valore, in particolare per coloro che considerano Giancarlo il proprio maestro di riferimento. Ma l’eredità più importante è quella di natura intangibile e di grande valore che vive in tutti coloro hanno condiviso profondamente con lui la via dell’Amore, della Consapevolezza e dell’Armonia.
In tutti quegli anni ho imparato a sentire l’intensità della sua presenza, anche quando non eravamo insieme fisicamente. Dopo la sua dipartita, non ho mai smesso di sentirla dentro di me.
Il Tao ACA Yoga che insegno
Ho deciso di mantenere il nome che Giancarlo aveva scelto anche se il metodo non è stato da lui definitivamente sistematizzato. Quindi, nel rispetto della fonte, devo precisare che ciò che insegno è già una elaborazione successiva e personale. L’auspicio è che il lavoro iniziato con lui possa comunque, almeno in parte, continuare a vivere e ad operare 2
attraverso me e gli altri suoi allievi. L’impegno che mi propongo è di farlo nel miglior modo possibile.
Dunque, il Tao ACA Yoga che insegno contiene innanzitutto lo spirito dell’esperienza diretta vissuta con Giancarlo e che vive in me, per quello che mi è stato possibile interiorizzare. Si basa fortemente sui cardini di Amore, Consapevolezza e Armonia che accompagnano ogni momento del lavoro. Contiene gran parte delle pratiche da lui insegnate, soprattutto della tradizione taoista. Contiene anche riferimenti e pratiche che derivano dalla mia successiva esperienza con altri maestri, dallo studio di testi di varie tradizioni e dall’esperienza diretta maturata attraverso la pratica quotidiana.
Tao ACA Yoga
Il Tao ACA Yoga è una Via, un metodo, un insieme di pratiche, che ha come obiettivo fondamentale l’evoluzione delle persone. Il mezzo per realizzare tale evoluzione è la ricerca spirituale intesa come percorso di conoscenza profonda di sé e di armonizzazione del corpo fisico, della dimensione emotiva e mentale, presupposto necessario per entrare in contatto con i significati essenziali della vita e per poi imparare a viverli intensamente in ogni momento.
Questo sistema integra in sé antiche pratiche orientali con metodi appartenenti ad altre tradizioni, compresa quella occidentale. Non si tratta di una pratica esoterica o religiosa, ma piuttosto un sistema per realizzare la salute, il benessere, l’equilibrio delle persone nel senso più ampio del termine, che comprende necessariamente l’aspetto evolutivo dell’esistenza.
Il Tao ACA Yoga si basa su una visione dell’essere umano e della vita di tipo unitario: ogni essere umano come tutto ciò che esiste è parte di un processo universale in continua trasformazione. Esserne consapevoli e sapersi sintonizzare con questo processo vuol dire vivere in armonia e pienezza.
Come anche la moderna fisica quantistica sta confermando, l’essere umano, come tutto ciò che esiste, è un campo di energia vibrante in continuo mutamento ed evoluzione. Attraverso le pratiche del Tao ACA Yoga è possibile realizzare gradualmente una conoscenza diretta, esperienziale di questa dimensione vibratoria, energetica e attraverso questa comprendere il principio di interdipendenza che lega tutto ciò che esiste. 3
All’inizio del percorso si lavora in modo particolare sulla dimensione fisica: attraverso pratiche di varia natura si realizza il rilassamento, la fluidità del corpo, la postura corretta, la naturale respirazione. Si allentano le tensioni superficiali e profonde. Si inizia a percepire l’energia vitale e a coltivarla. Si realizza la consapevolezza del corpo fisico e del corpo energetico. Chiaramente questo lavoro sul corpo fisico ha immediati riflessi positivi sulle dimensioni emotiva e mentale, ma pone anche le basi per un lavoro successivo di armonizzazione diretta di queste dimensioni.
Grazie ad una pratica assidua del Tao ACA Yoga, nel tempo, mentre si consolidano lo stato di benessere fisico, emotivo e mentale, si apprende a realizzare sempre migliori scambi con le energie esterne della natura, con gli altri esseri viventi, e il lavoro di ricerca si rivolge via via sempre più alla realizzazione dei significati, degli scopi e dei valori della propria vita.
Gli elementi fondamentali del processo evolutivo sono riassunti nella sigla ACA di Tao ACA Yoga. Fu il dott. Giancarlo Crociati ad introdurre questa sigla non molto tempo prima della sua dipartita. Con questa volle sintetizzare il cuore pulsante di tutto il suo insegnamento che, pur essendo articolato e vasto, è essenzialmente espressione di questa trinità di parole/significati. In estrema sintesi, la lettera C sta per Consapevolezza, che potremmo definire la capacità di essere presenti a noi stessi e al mondo con un atteggiamento di ascolto, ricettività, apertura, distacco, ecc. È la presenza necessaria per riconoscere e non ripetere gli schemi disfunzionali appresi nel passato e aprirci al nuovo orientamento che si vuole dare alla propria esistenza. La prima A sta per Amore, ciò che coltiviamo nell’ambito della dimensione del Cuore, come forza che eleva ed unisce. Ci unisce in noi stessi, ci unisce agli altri, al mondo e nella profondità di tutto ciò che esiste ci riunisce a Dio, al Tao, alla Fonte Originaria o comunque lo si voglia chiamare. Consapevolezza e Amore, insieme rappresentano le forze che operano per l’armonizzazione (la seconda A sta per Armonia), la trasformazione di tutto ciò che esiste, affinché tutto possa realizzare la propria fioritura e riscoprire la propria origine più fondamentale nel Tutto.
Coltivare la Vita
Le Pratiche Taoiste
Fin da 8000 anni fa il Taoismo è il fondamento della filosofia e della medicina cinese. Esso è anche all’origine dell’Agopuntura ed ispira le moderne terapie fondate sul corpo, quali la Digitopressione, il Feldenkrais, la Kinesiologia, ecc. Di volta in volta il Tao è stato definito la VIA, la strada che ci guida verso l’armonia e l’intuizione delle forze universali, ma anche la LEGGE che regola l’intero universo, nel quale l’uomo è nato, rispecchiandone l’equilibrio ed il continuo armonioso cambiamento.
Così nella tradizione Taoista l’armonia e l’equilibrio sono ritenuti essenziali per una buona salute. Si guarda all’essere umano come un tutto, un “sistema energetico” correlato integralmente alle energie dell’universo. Ma ancora di più l’essere umano è considerato la raffigurazione stessa dell’armonia naturale, egli contiene in sé il “principio” del Cielo e della Terra, ovvero il dualismo tra le polarità Yin e Yang.
In questo contesto è fondamentale il concetto di Qi o Chi (energia vitale), il campo vibratorio degli influssi energetici al quale è sottoposta ogni persona, il potenziale energetico che attraversa il corpo, come fiumi e laghi solcano il paesaggio. Secondo le esperienze degli antichi, il Qi scorre con ritmo ciclico lungo Meridiani ben definiti dal centro del corpo alle estremità e viceversa. Tutte le azioni e i mutamenti dell’individuo sono pertanto da intendersi come espressione del suo stato energetico. Se l’energia viene bloccata o diminuisce, gli organi interni ricevono meno forza vitale e tendono a rimanere intrappolati nel Qi negativo o patogeno. La malattia, dunque, è causata da un blocco di energia: troppa o troppo poca in una parte del corpo (organo, ghiandola, sistema, ecc) risulta dannosa in primo luogo alla parte in questione ma affatica l’intero organismo. Quando non siamo in contatto con il nostro sé interiore, è molto difficile notare il cambiamento interno, ma sapendo come conservare, trasformare ed aumentare il Qi, disponiamo di un Qi maggiore per rimuovere il blocco, aumentare le difese dell’organismo e prevenire le malattie. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che il corpo si autoregola e, se viene messo nelle condizioni di farlo, tenderà, in modo naturale, all’equilibrio. 5
Partendo dal sistema muscolo-scheletrico (nella fase iniziale si dà un attenzione particolare alla fisicità) osserviamo che posture scorrette, tensioni più o meno croniche e respirazione superficiale (dovremmo aggiungere le abitudini e stili di vita quotidiani) impediscono lo scorrere pieno dell’energia vitale.
È indispensabile, quindi, riportare quanto più possibile il nostro corpo ad una postura naturale, equilibrata e priva di tensioni superficiali e profonde e ad una respirazione naturale. Allo stesso tempo è altrettanto indispensabile coltivare la presenza mentale, migliorando la concentrazione e l’attitudine all’ascolto di sé in generale, del proprio corpo in particolare.
Attraverso la pratica dello Scioglimento e Riscaldamento delle Articolazioni operiamo dolcemente sugli snodi della struttura corporea, proprio là dove le tensioni agiscono e tendono a modificare il nostro assetto posturale. Mobilizzando le articolazioni manteniamo o ripristiniamo il flusso di sangue (fondamentale per l’integrità delle strutture che le compongono) ed energia attraverso di esse, sciogliamo i muscoli collegati, approfondiamo la coscienza del corpo partendo dai suoi snodi fondamentali. Non solo ma contribuiamo, partendo dalla fisicità, allo scioglimento delle tensioni di origine psichica che sono inevitabilmente associate alle tensioni fisiche.
Tutto questo lavoro richiede concentrazione, presenza mentale, consapevolezza che vengono così approfondite per un loro valore intrinseco e per la successiva applicazione rivolta ad armonizzare altri aspetti della nostra struttura.
In questa fase iniziale, oltre allo scioglimento/riscaldamento articolare si praticano esercizi che lavorano in maniera più incisiva (all’occorrenza terapeutica) sulla colonna vertebrale che è l’asse portante della nostra forma corporea e non solo.
In seguito si introdurranno i movimenti del Qigong (Sequenza Chi Kung, Passi dei 5 Animali, Tai Chi Chi Kung), coinvolgendo varie parti del corpo in sequenze di movimenti fluidi e armoniosi, coordinando movimento, respirazione, consapevolezza e infine percezione dei flussi energetici.
Con la pratica meditativa (il metodo comprende l’alternanza di pratiche in movimento e meditative) si approfondiscono in particolare gli aspetti interiori (Neigong). Nella tradizione taoista vi sono diversi tipi di meditazione, che variano a seconda degli obiettivi e dell’esperienza del praticante. In questa fase iniziale si parte dal corpo fisico. Dunque, lo scioglimento delle tensioni e il ripristino della postura avvengono grazie alla presa di coscienza del corpo con un atteggiamento di ascolto profondo, accoglienza, 6
amorevolezza, abbandono, non-giudizio. Queste qualità creano le condizioni affinché il rilassamento profondo avvenga con naturalezza, senza forzature. Si rinnova all’insegna dell’armonia quella che è una relazione primaria spesso non considerata adeguatamente: la relazione con il nostro corpo.
Questa base è fondamentale per tutto il successivo lavoro che implica un graduale approfondimento a partire dal corpo e dall’energia vitale per poi inoltrarsi e armonizzare la dimensione emozionale e mentale (che comprende un lavoro sulle memorie inconsce). Infatti, l’ambito che determina la maggiore dispersione energetica (che è poi la causa primaria anche degli squilibri fisici) sono gli eccessi emozionali. Emozioni e sentimenti sono ovviamente parte della vita di ognuno e non sono quindi di per sé causa di disarmonia. Lo divengono quando sono eccessive e permangono per lunghi periodi di tempo. In MTC, data la loro capacità di squilibrare il nostro sistema energetico, le chiamano patogeni interni e sono: collera, gioia eccessiva, rimuginazione (eccesso di riflessione), preoccupazione e ansia, tristezza, paura e shock.
Le condizioni del nostro corpo e le nostre attitudini emozionali sono naturalmente legate alla strutturazione della nostra mente (conscio e inconscio). Da una parte gli automatismi appresi durante la nostra crescita in rapporto con il mondo circostante, dall’altra la capacità più o meno maturata di essere presenti a noi stessi in modo consapevole.
Quest’ultimo aspetto è di primaria importanza, infatti ci si può accorgere di come molto spesso la nostra mente corra in modo incontrollato attraverso parole, immagini e quanto altro. Quello che gli orientali paragonano ad una scimmia che, sempre in movimento, salta da un ramo all’altro. Questo brusio mentale più o meno inconsapevole agisce costantemente sulle nostre emozioni e quindi sul corpo. Poi c’è una relazione reciproca dove le nostre emozioni sostengono e danno forza ai pensieri collegati. Dunque, si possono creare circoli viziosi che coinvolgono corpo, emozioni e mente che possono allontanarci significativamente dal nostro equilibrio e rappresentare un enorme dispersione di energia vitale. Per questo motivo è importante stabilizzare la nostra mente per poter gestire al meglio le emozioni, il che non significa imporci un controllo rigido o repressivo, ma riappropriarci di noi stessi per esprimere al meglio le nostre potenzialità, la nostra autenticità.
Nella tradizione Taoista in generale e nell’alchimia in particolare, si ritiene che per realizzare la pienezza della nostra vita occorre tesaurizzare la propria energia vitale (Qi). La base del percorso implica un accumulo della forza vitale correggendo quegli aspetti che 7
ne determinano la dispersione. A questo scopo, si opera sul corpo affinché ritrovi una condizione naturale che implica una postura corretta, l’assenza di tensioni croniche, una ottimale circolazione sanguigna e quanto altro ci porti ad una condizione fisica nella quale l’energia vitale può fluire pienamente in noi.
Per realizzare ciò è comunque indispensabile armonizzare la propria dimensione emozionale, liberandola da tutti quegli eccessi che non solo si riflettono sul nostro corpo fisico ed energetico, ma impediscono alla nostra mente, alla nostra intenzione cosciente di realizzare la stabilità necessaria per elevare ed ampliare la coscienza.
Mano a mano che si riducono le “falle energetiche” si può apprendere ad acquisire l’energia attraverso altri canali oltre a quello alimentare e respiratorio. Acquisendo familiarità con la percezione dell’energia vitale, non solo si può contribuire direttamente all’equilibrio interno del nostro corpo, ma si può anche scambiare energia con le forze naturali esterne. In questo modo si realizza un significativo aumento della propria vitalità.
Ecco che si è innescato il processo virtuoso che, secondo l’alchimia Taoista, determina la realizzazione di precise tappe di trasformazione che armonizzano sempre più la persona (fisico, energetico, psichico) conducendoci ad essere consapevoli e a vivere la propria parte spirituale.
Attraverso un graduale e impegnativo lavoro si riesce a ritrovare la propria naturale, spontanea, autenticità. La nostra coscienza liberata dalle interferenze generate dalle disarmonie ai vari livelli, si può aprire più consapevolmente a dimensioni dell’essere comunemente chiamate spirituali e che i taoisti chiamano Tao, la Via. L’energia vitale, la vita, può ora fluire liberamente in noi e con il mondo, ci sentiamo di partecipare ad un processo universale nel quale ci sentiamo pienamente e felicemente integrati.
Chi Kung Dinamico
Con il Chi Kung (Qigong) si coinvolgono varie parti del corpo
in sequenze di movimenti fluidi e armoniosi, coordinando
movimento, respirazione, consapevolezza e infine percezione dei flussi energetici. La pratica è utile per:
- Migliorare la postura fisica (una maggiore consapevolezza corporea e del legame fra postura e stati emozionali influisce positivamente anche sulla struttura mentale ed emozionale).
- Aumentare la coordinazione.
- Migliorare la circolazione del sangue e di tutti i fluidi del corpo tra cui anche la linfa e quindi rinforzare il sistema immunitario.
- Abbassare il centro di gravità così da liberare il torace da oppressioni che danneggerebbero il cuore.
- Migliorare il sistema cardiocircolatorio, creando una giusta pressione nei vasi sanguigni e non andando ad aumentare i battiti cardiaci.
- Migliorare l’assimilazione, quindi il metabolismo, sia a livello fisico che emotivo, migliorando anche la fase depurativa di tutte quelle sostanze non più necessarie all’organismo.
- Migliorare la condizione degli organi interni, dato che costantemente questi vengono massaggiati dal movimento degli arti collegati al tronco.
- Rinforzare i muscoli, i tendini, le articolazioni.
- Mantenere il corpo flessibile anche in età avanzata.
- Aumentare i riflessi e l’istinto.
- Rinforzare il sistema nervoso, allontanando i rischi di stress e migliorando l’abilità nella meditazione.
- Calmare la mente ed il respiro, così da garantire una migliore ossigenazione e quindi rivitalizzazione del cervello, una maggiore capacità di concentrazione e memorizzazione, l’eliminazione della stanchezza e la velocizzazione dei tempi di recupero sia fisico che psichico.
- Regolare la vitalità, che diventa ottimale, senza momenti di eccessiva euforia che seguono quelli di completa depressione.
- Combattere le malattie croniche (l’incremento della circolazione energetica e la trasformazione delle emozioni negative sono fattori molto significativi della guarigione).
Scioglimento
e Riscaldamento delle Articolazioni
Riscaldare e sciogliere il corpo significa attivare il Chi e il flusso del sangue per incentivarne la circolazione. Tale maggiore afflusso di Chi e sangue favorisce la salute delle parti trattate e del tutto. Nelle articolazioni facilita (se non si forzano i movimenti) l’attenuazione dell’infiammazione e, quindi, ne previene l’usura. Le articolazioni sono anche dei nodi del sistema energetico oltre che di quello scheletrico, infatti, in corrispondenza di queste ci sono molti agopunti importanti dei meridiani. Inoltre, nelle articolazioni si possono manifestare dei blocchi che hanno un’origine psichica. Sciogliere a livello fisico può facilitare il superamento di tali blocchi psichici.
Dunque, lo scopo di questi esercizi non è di forzare i nostri limiti per arrivare ad un massimo di efficienza muscolare, l’idea è quella di sciogliere le tensioni delle giunture e dei muscoli in modo che il Chi ed il sangue possano scorrere senza ostacoli. Non è da trascurare, inoltre, la pratica come approfondimento della consapevolezza corporea, della capacità di autopercezione, base indispensabile per tutte le pratiche.
In seguito, diviene una preparazione necessaria del corpo a ricevere intensità di energia maggiori. Ricapitolando:
1. Le tensioni fisiche, cronicizzandosi, possono impedire una buona circolazione sanguigna, causare l’infiammazione dei nervi e portare fino all’usura delle strutture che compongono le articolazioni (dischi intervertebrali ecc.). Tutto ciò si traduce poi nell’irrigidimento del corpo con limitazione dei movimenti e dolore.
2. Avere dei muscoli inutilmente mantenuti in tensione come succede con l’accumulo di queste nel tempo rappresenta un notevole dispendio di energie per il corpo. Di conseguenza se si impara a rilassarsi l’energia sprecata nelle tensioni può essere recuperata ed utilizzata in una direzione migliore.
3. La tensione fisica influisce negativamente anche a livello dell’energia vitale, infatti tende a limitare lo scorrimento del cosiddetto Chi portando a squilibri che poi si riflettono su tutti i piani.
4. Non c’è separazione tra tutto ciò che ci costituisce. Dunque, esiste un rapporto di interdipendenza tra fisico, energetico, psichico. Per questo motivo un blocco a livello fisico sottende (ed in genera ha come origine) un blocco a livello psichico. Dunque, sciogliendo la parte fisica si tende ad influire anche sulla dimensione psichica.
Sequenza Chi Kung
Questa sequenza è costituita da 12 forme di movimento che nel loro insieme permettono di sciogliere tutto il corpo liberandolo gradualmente da tensioni e rigidità. Si ripristina così la corretta postura che implica anche la migliore possibilità motoria. La gamma di movimenti stimola anche l’interno del corpo che viene letteralmente massaggiato: organi e ghiandole, circolazione del sangue e dei fluidi. Contemporaneamente l’energia vitale può fluire in maniera ottimale in tutto il corpo. Ecco l’elenco delle forme:
1. Scuotere – Rilassamento Qigong
2. Tamburo degli organi e visceri
3. Estendere verso il Cielo raccogliere verso la Terra
4. Aprire la Porta della Vita (Ming Men)
5. Respirazione della colonna
6. Estensione laterale
7. Raccogliere le perle in fondo al mare
8. Appoggio alternato su ginocchia con rotazione delle braccia
9. Estensione nelle 7 direzioni
10. Allungamento catene muscolari anteriori e Vaso Concezione
11. Allungamento catene muscolari posteriori e Vaso Governatore
12. Calmare il cuore per pacificare la mente 11
Passi dei 5 Animali
Si tratta di esercizi di origine molto antica, la cui funzione terapeutica principale consiste nell’attivare i Cinque Organi (Fegato, Cuore, Milza, Polmoni, Reni) e le funzioni e fasi energetiche ad essi correlate.
Si attribuisce al medico cinese Hua Tuo (141-208 d.C.) il merito di aver riunito in una serie i movimenti dell’antico Qi Gong cinese, conosciuto con il nome di Daoyin, e di aver studiato ed approfondito i benefici di ogni singola tecnica e l’azione preventiva e terapeutica a vantaggio della salute e del benessere.
Efficaci per alimentare l’energia interna e riattivare immaginazione ed intenzione, i passi dei 5 animali sono considerati un metodo di prevenzione e cura delle malattie, in quanto stimolano il funzionamento degli organi interni e risvegliano l’istinto vitale attraverso la scoperta e il rafforzamento della specifica “attitudine emotiva” insita in ognuno di noi.
Adatto a tutti (uomini, donne, bambini, giovani, anziani), lo studio di questa antica tecnica di Qi Gong richiede mente quieta, corpo capace di alternare alla giusta tensione il giusto rilassamento ed un allenamento costante e consapevole.
Oggi, sia in Cina che in Occidente, si praticano diverse forme di Wu Qin Xi. Le imitazioni della tigre, del cervo, dell’orso, della scimmia e della gru, sono le più diffuse, pur con numerose varianti.
Caratteristiche dei 5 animali e benefici legati alla pratica
Nel praticare i “Passi dei 5 animali” è importante, oltre alla conoscenza della tecnica, la comprensione dello spirito degli animali stessi, per rappresentarli mentre agiscono, in modo spontaneo, nel loro ambiente naturale.
1. Passo della Tigre (Hu Xing)
La tigre ha un corpo robusto, capace di balzare e ghermire la preda. Il suo atteggiamento è attento, vigile, presente. Alla durezza esterna corrisponde la calma interna. Nel Passo della Tigre si esprime vigore, energia e potenza attraverso le forti zampe e gli occhi avidi, spalancati, aggressivi. 12
Le posizioni ad imitazione di questo animale richiedono petto rilassato, schiena stirata e zona del bacino attivata. L’esercizio rinforza muscoli, ossa, polmoni, reni. Serve a rinforzare il corpo contro le aggressioni esterne, portate da batteri e virus che attaccano le prime vie respiratorie; è quindi utile per prevenire sindromi influenzali, curare asma e malattie croniche dei polmoni, dispnea, pleuriti, TBC ecc. Si ottengono ottimi risultati per la cura della periartrite scapolo-omerale e, in genere, delle infiammazioni di tutte le articolazioni. Migliora l’estensione e la flessibilità della colonna. Armonizza il Qi nelle tre zone (tre dantian). Attiva la circolazione del sangue ed incrementa l’energia nelle dita delle mani e negli organi corrispondenti, in particolare cuore e polmoni. Il movimento ondulatorio stimola la circolazione nei canali Du Mai e Ren Mai.
2. Passo dell’orso (Xiong Xing)
E’ coraggioso, intelligente, vigoroso, robusto. Incrollabile e dinamico assieme. Lento ma agile, usa gli arti superiori per spingere ed arrampicarsi. Il suo corpo, soffice all’esterno, è tuttavia molto stabile.
Bisogna immedesimarsi nell’andatura dell’orso, sentirne tutta la pesantezza. È di estrema importanza tenere il peso nella parte posteriore del corpo, lasciando cadere la porzione sacrale verso terra, diminuendo così la curva lombare.
Il Passo dell’orso rafforza corpo e mente, regolarizza la pressione, dona benessere alle articolazioni e ai muscoli, allevia sciatalgie, cervicalgie e mal di schiena, soprattutto nella regione lombare. Da sollievo negli stati di oppressione toracica e tensione al diaframma. Serve inoltre a curare i disturbi digestivi e gastroenterici: favorisce la digestione, cura i problemi intestinali (diarrea e stitichezza).
3. Passo del serpente (She Xing)
Nel Passo del serpente si cerca di riprodurre la sua forma in modo da muovere tutte le articolazioni. L’esercizio richiede, e quindi migliora, coordinazione ed equilibrio, agisce positivamente sui polmoni, calma il cuore, rilassa il corpo e quieta la mente. Cura anche i disturbi dello stomaco e dell’intestino.
Questo movimento cura e rinforza tutte le articolazioni, rende flessibile la colonna vertebrale, stimolando quindi tutti i gangli nervosi correlati ad essa e rinforzando le funzionalità di tutto il corpo. 13
La rotazione del coccige favorisce la funzione dei reni e ne attiva l’energia. L’energia del ciclo posteriore si armonizza con quella originale.
Il passo si differenzia da quello degli altri animali per il motivo che si tiene sempre un piede avanzato rispetto all’altro.
4. Passo della scimmia (Huo Xing)
È agile, sveglia, sfuggente, intelligente, pronta. Vivace ma rilassata, si stira, si rannicchia, schiva con abilità e rapidità. La pratica migliora l’equilibrio, rafforza le gambe, tonifica le spalle, favorisce la circolazione del sangue, previene e allevia i problemi articolari. Incide favorevolmente sull’umore.
Questo movimento interessa l’apparato visivo e le vertebre cervicali; cura, perciò, tutte le affezioni visive, dalla miopia dei bambini alla presbiopia senile. È un ottimo rimedio per i dolori cervicali; giova, inoltre, alle articolazioni in genere, affette da artrosi: mani, piedi e vertebre lombari.
Questo passo va eseguito lentamente – come tutti del resto – ma con l’esperienza e la pratica esso diventerà agile ed elastico, così come è l’incedere della scimmia.
5. Passo della gru (He Xing)
Calma, semplice ed elegante, simboleggia la lunga vita. Si muove in modo maestoso, con leggerezza, equilibrio e flessibilità.
Questo movimento riguarda soprattutto la circolazione sanguigna e regolarizza la pressione arteriosa; è raccomandato agli anziani che faticano a camminare e anche in casi di emiparesi delle gambe può essere di notevole aiuto unito agli esercizi di riabilitazione. È altresì efficace nella cura delle vene varicose. L’imitazione della gru rende la respirazione più ampia e profonda, favorisce la salute di bronchi e polmoni e ne previene i disturbi cronici (enfisema polmonare). La muscolatura delle braccia e delle spalle si tonifica, la prestazione dei tendini migliora. Con la pratica si armonizza “l’acqua dei reni” ed il “fuoco del cuore”.
6. Separazione delle acque (Fen Shui Shi)
Questo passo prepara ai passi degli animali; è apparentemente semplice ma, in realtà, racchiude in sé tutta l’essenza della pratica del Qi Gong dinamico. A differenza dei passi degli animali, con questo movimento non si privilegia una parte specifica delle funzionalità 14
fisiologiche (polmoni, piuttosto che spalle od occhi, ecc.), ma tutto il sistema corporeo e spirituale viene attivato nello stesso momento. All’inizio della pratica esso risulta essere il passo meno impegnativo e serve come supporto ai passi dei cinque animali. Solo dopo anni di esercizio se ne può cogliere tutta la potenzialità. Con il passo della Separazione delle acque si possono attivare alcune parti del corpo, tutto il corpo nella sua totalità o, addirittura, singoli punti energetici. È inutile cercare di spiegare come si arrivi a ciò, sarà la pratica costante e l’esperienza individuale a far si che questo movimento, insieme ai cinque animali, porti ad una maggiore capacità percettiva del proprio Qi e del Qi esterno. Quando si intraprende la pratica bisogna usare questo esercizio per favorire lo stato di rilassamento durante il movimento, l’equilibrio, il coordinamento tra movimento e respiro, la capacità di ascolto delle sensazioni prodotte, la leggerezza, la morbidezza unitamente alla precisione dei movimenti. Queste caratteristiche sono comuni a tutti i cinque passi e ci serviranno a concentrare meglio l’attenzione sulla specificità di ogni animale. Con il tempo e una pratica costante riusciremo a distinguere meglio le differenze sostanziali tra un animale e l’altro e saremo anche in grado di riconoscere nel passo della Separazione delle acque tutti quanti gli animali. Bisogna, quindi, praticare questo esercizio con molta modestia, senza avere subito la pretesa di utilizzarlo in tutte le sue potenzialità.
Tai Chi Chi Kung
Il Tai Chi Chi Kung è una forma molto antica dello stile Yang che è stata insegnata al maestro Mantak Chia dal maestro P.Y.Tam. e pone l’accento sull’uso della mente e del cuore (consapevolezza) per muovere il Chi. Il Chi a sua volta migliora la circolazione, irrobustisce la struttura ossea e rivitalizza l’intera persona.
Il Tai Chi Chi Kung evidenzia e sottolinea la struttura interna del Tai Chi, il modo in cui il Chi fluisce nel corpo e il modo in cui l’energia viene trasmessa dalla terra attraverso la struttura ossea. Questa forma è semplice e facile da usare, eppure contiene tutti i movimenti essenziali del Tai Chi.
Usando questa forma concisa ed essenziale, l’allievo può incominciare quasi subito ad applicare i principi vitali del Tai Chi: assorbire, trasformare e dirigere le tre forze: la forza 15
Universale, che proviene dalle stelle, dal sole e dalla luna; la forza Cosmica, che proviene dalle particelle cosmiche presenti nell’atmosfera e nell’ambiente; e l’energia della Terra, che proviene dalla terra stessa.
Inizialmente il Tai Chi era un sistema praticato dagli sciamani, da cui il taoismo e molte altre filosofie e pratiche spirituali derivano. Non era assolutamente un’arte marziale, ma una serie di movimenti fisici in coordinazione con la forza psichica ed energetica, così da integrare sempre meglio la persona all’interno di se stessa, fra se stessa e l’ambiente che la ospita. Inoltre, il movimento fisico veniva considerato essenziale per poter far digerire tutte le pratiche spirituali eseguite durante la meditazione in posizione statica. La meditazione consiste nel creare nuovi canali, dove i propri potenziali o energie, possano essere indirizzati proprio per raffinare ed elevare il proprio livello di coscienza. Ogni pratica spirituale non è altro che questo. La meditazione non è altro che la parte attiva del processo, mentre la parte passiva è quella di lasciare che ciò che abbiamo proposto e creato nella meditazione sia assorbito nel nostro sistema. Ciò è esattamente paragonabile a quando mangiamo, questa è la parte attiva che poi deve essere seguita da una passiva in cui l’organismo digerisce e assorbe gli alimenti mangiati affinché diventino parte del nostro organismo. Così come succede a livello materiale per il cibo succede anche a livello sottile per le energie lavorate con la meditazione. E così come una passeggiata dopo mangiato aiuta la digestione, aumentando la possibilità di assimilare le sostanze ingerite, il movimento fisico del Tai Chi aiuta nell’assimilazione delle dinamiche energetiche create durante la meditazione, garantendo che tutto il lavoro non venga sprecato ma si strutturi all’interno, diventando una realtà concreta. In quest’ottica il Tai Chi non è altro che un sistema dettagliatissimo per far assorbire energie alla persona, così che, integrate, diventino parte stessa della persona.
II Taoismo è il più antico sistema filosofico e di pratiche spirituali della Cina. I taoisti partono dal presupposto che noi siamo parte della natura; siamo nati dall’energia della terra, delle stelle e degli elementi. Però, per qualche ragione abbiamo dimenticato il nostro posto nella natura, e abbiamo bisogno di imparare come rientrare in possesso dell’eredità che ci spetta come suoi figli.
La via della natura è chiamata Tao. Anche i metodi per sviluppare il nostro potenziale più alto, per vivere in armonia con gli schemi energetici della natura, fanno parte del Tao. Per il taoista, il viaggio e la meta sono un tutt’uno. La vita è vista come un processo, come una danza. 16
Così come l’universo è un’unità, così lo è il corpo dell’uomo, essendo ogni sua parte connessa e dipendente da tutte le altre. Tuttavia con l’età e a causa della vita troppo sedentaria, dimentichiamo come usare il nostro corpo. Usiamo solo la testa e le braccia, mentre la spina dorsale, i fianchi e le gambe ci servono solo per spostarci dalla macchina all’ascensore o alla poltrona girevole, dalla quale possiamo di nuovo riprendere a usare solo le mani e la testa. Limitando i nostri movimenti, non siamo più in grado di muoverci con forza e agilità, e con efficienza. Perdendo coscienza del nostro corpo, non solo limitiamo i nostri movimenti, ma dimentichiamo anche chi siamo veramente.
Il Tal Chi Chi Kung è parte integrante della tradizione taoista. Basato sui principi del Tao, è una espressione del Tao stesso attraverso il movimento che è un modo per capire e realizzare l’essenza del Tao. Attraverso la pratica quotidiana del Tal Chi Chi Kung, potremo diventare di nuovo come bambini, senza tensioni.
Possiamo imparare di nuovo come muoverci liberamente, in modo naturale, con tutte le parti del corpo in unità e armonia, sia strutturalmente che energeticamente. In questo modo rifletteremo la nostra connessione con una unità più vasta, in armonia con l’universo. Con il Tal Chi Chi Kung saremo di nuovo noi stessi.
Oggi esistono molti stili di Tal Chi. Al di là dello stile, il primo passo è imparare a ricordare la sequenza dei movimenti, ciò che si chiama la forma di Tai Chi. Una volta che si è imparata la forma, il resto del lavoro consiste nell’imparare a dirigere l’energia in ogni posizione, ciò che è chiamato lavoro interno. Il lavoro interno è ciò che distingue il Tal Chi e lo rende unico rispetto agli altri stili esterni di arti marziali. La struttura interna è ciò che permette al corpo di muoversi in unità. Non imparare il lavoro interno è come rifiutarsi di guardare se nell’ostrica si trova la perla.
II fondamento della struttura interna del Tai Chi è la meditazione. Molti studenti di Tai Chi non ricevono alcun insegnamento riguardante la meditazione; sfortunatamente si insegna principalmente una lunga e difficile sequenza di movimenti. Per imparare questa forma sono necessari anni di pratica, in modo da renderla perfetta. Spesso il lavoro interno è quindi trascurato.
Il vantaggio più evidente del Tal Chi Chi Kung è che consiste in una forma breve, di tredici movimenti che si ripetono nelle quattro direzioni. Sebbene sia una forma breve, contiene I’essenza del Tal Chi; non richiede anni di pratica per memorizzare la sequenza dei movimenti, quindi ci si può dedicare al lavoro interno molto presto. Quando si è padroni dell’essenza del Tai Chi, imparare le forme lunghe è relativamente facile. 17
La forma di tredici movimenti
I principi di base di tutte le forme e gli stili di Tai Chi sono sempre gli stessi:
1. Concentrare la mente e il Chi.
2. Rilassarsi durante il movimento mentre si distingue chiaramente lo Yin e lo Yang (vuoto e pieno).
3. Tenere il corpo radicato e il centro di gravità basso.
4. Tenere la struttura ossea allineata con le forze del cielo e della terra, e trasferire la forza della terra attraverso le ossa in un unico punto.
5. Permettere al Chi di scorrere e muovere i muscoli, le ossa e i tendini attraverso movimenti lenti, coordinati, senza spingere il corpo verso i suoi limiti estremi, continui e armoniosi con la partecipazione di tutto il corpo.
La forma è molto semplice nella sua struttura, però contiene in sé l’essenza del Tai Chi. Può essere inoltre praticata anche in uno spazio ristretto.
Il Tai Chi Chi Kung si pratica nelle quattro direzioni, a partire da Nord, muovendosi in senso antiorario prima, quindi in senso orario. Dal momento che le due parti sono l’una di seguito all’altra, il set può essere ripetuto finché lo si desidera. Se il tempo è limitato, si può semplicemente eseguire la forma in una direzione sola.
La forma breve è stata disegnata proprio per permettere in pochi movimenti, così che tutti abbiano la possibilità di impararla, di far muovere in modo eccellente la colonna, la zona lombare soprattutto ma anche tutte le altre articolazioni senza paura di farsi male. Spesso sentiamo dire di vari infortuni alle ginocchia causati da una cattiva postura portata poi all’accesso da forme troppo aperte, difficili da mantenere con problemi articolari. In questo caso, invece, la pratica del Tai Chi diventa la cura ideale per tutti questi tipi di problemi. Questo è solo uno degli aspetti interessanti della pratica del Tai Chi, ma fondamentale perché più persone si possano accostare a questa disciplina senza il rischio di farsi male. 18
Massaggio e Automassaggio
Massaggio e automassaggio si inseriscono come strumenti in armonia con l’intero sistema di pratiche taoiste, con gli stessi obiettivi che vanno dal mantenimento di una buona salute psicofisica all’Alchimia spirituale. Si pratica l’Automassaggio Energetico del Maestro Liu Dong, il Massaggio Addominale, il massaggio dei Punti Shu del dorso e di altri punti dell’agopuntura con finalità specifiche. Si sperimentano pratiche di sostegno alla guarigione tramite l’energia.
Per esempio, l’Automassaggio energetico appreso direttamente dal Maestro Liu Dong è uno degli strumenti utilizzati per tendere all’equilibrio e all’armonia e, di conseguenza, prevenire e prendersi cura di malattie e stress e migliorare in ogni suo aspetto la nostra esistenza.
L’effetto principale dell’Automassaggio è quello di aumentare l’energia vitale, o Qi, che circola nel nostro corpo attraverso i meridiani. Quelli principali sono 12 e ognuno di questi è associato ad un organo (yin, di accumulo) o ad un viscere (yang, di trasformazione) e sono a loro volta associati a coppie organo-viscere, yin-yang:
Polmoni | Intestino crasso |
Reni | Vescica |
Fegato | Vescica Biliare |
Cuore | Intestino tenue |
Milza | Stomaco |
Poi ci sono i meridiani del triplice focolare e del pericardio o ministro del cuore, che hanno funzioni particolari.
Per comprendere meglio la tecnica occorre aggiungere che in questo sistema i principali organi interni/meridiani sono collegati direttamente con l’esterno del corpo attraverso le aperture fisiologiche, chiamate in questo caso porte. Le corrispondenze sono
Polmoni | Naso |
Reni | Orecchi |
Fegato | Occhi |
Cuore | Lingua |
Milza | Bocca |
Così, stimolando energeticamente le porte si stimoleranno anche gli organi/meridiani corrispondenti. Dato l’effetto tonificante è preferibile praticare al mattino.
__________Meditazione Taoista__________
Dissoluzione Esterna
Si usa la forza della propria mente consapevole per andare a trovare dei blocchi nel corpo fisico e scioglierli definitivamente. Ciò avviene prima nel corpo fisico e successivamente anche nel corpo energetico. I blocchi da andare a ricercare sono tutte le tensioni fisiche, rigidità, qualsiasi cosa strana che percepiamo nel nostro corpo fisico senza però essere in grado di definirla propriamente, oppure contrazioni di ogni genere. Un dolore fisico è causato da un insieme di tensioni e/o rigidità e sensazioni di vago malessere e contrazioni.
Questo processo si comincia dall’alto, dall’apice della testa e si scende giù verso il corpo includendo anche le braccia, per arrivare fino ai piedi. Si va a fare un inventario di tutti i blocchi che riusciamo a trovare nel momento presente, senza dare assolutamente nessun giudizio. Non ci dobbiamo quindi abbattere se troviamo tanti blocchi o esserne felici, ma semplicemente prendere atto della condizione oggettiva.
Sorriso Interno
Questa è la prima pratica alchemica del percorso e per questo è fondamentale. É la chiave per innescare la comunicazione e quindi la trasformazione all’interno della persona. Si inizia a stimolare la nostra capacità di sentire, anziché pensare con la parte razionale. Impariamo a sentire la nostra parte interiore tramite il legante della vita che è l’amore, così da amare ogni cosa, incluso e a partire da noi stessi! Non si può pensare di modificare e migliorare noi stessi senza prendere consapevolezza di come siamo costituiti, ma allo stesso tempo non possiamo cambiare noi stessi se non creiamo nei nostri confronti un atteggiamento di amore ed accettazione incondizionata. Imparare ad amare se stessi in maniera oggettiva è l’opposto di creare una realtà egocentrica, oppure odiare se stessi riempiendosi di conflitti interiori. Senza la capacità di sentire in questi termini non esiste nessuna pratica taoista, che altrimenti rimane solo un’illusione e un concetto mentale.
Questa pratica consiste nel trasformare lo stress in vitalità e forza, in quanto, tutta l’energia bloccata e sprecata dallo stress viene trasformato in forza utile alla persona per aumentare il proprio benessere. Questo, inizialmente, viene fatto mediante un esercizio specifico, ma poi diverrà parte integrante di ogni pratica ma soprattutto della vita, innescandosi spontaneamente ogni volta che le esigenze lo richiederanno. Ciò porterà ad aumentare la nostra forza creativa, che sarà veicolata nel darci salute, felicità e sviluppo spirituale.
Secondo i maestri taoisti per creare le condizioni di ottimale circolazione energetica necessarie per progredire non è sufficiente un rilassamento fisico superficiale. Certo, calmeranno la psiche e il corpo uno stato d’animo rilassato e la respirazione profonda (diaframmatica), però non si raggiungerà la calma perfetta soltanto rilassando i muscoli contratti e placando i nervi tesi. Per raggiungere uno stato di rilassamento profondo e prolungato, la sensazione di pace deve arrivare fin nelle parti più interne del nostro corpo. Solo quando si sentono rilassati i nostri organi interni: cuore, polmoni, fegato, reni e stomaco, sistema nervoso e apparato circolatorio, è serena anche la nostra psiche. Per 21
questi scopi gli antichi maestri hanno ideato un metodo singolare per “parlare” a questi organi: il “Sorriso Interno”.
Si apprende gradualmente a percepire le nostre parti vitali interne e ad instaurare una relazione all’insegna dell’energia dell’amore veicolata attraverso quel semplice atto che è il sorridere. Questo dà tono ed equilibrio all’energia di ogni parte favorendone la salute. Ciò riguarda sia la funzionalità fisiologica sia l’espressione emozionale associata che tende a ritrovare la originaria natura virtuosa.
Sei Suoni Curativi
Nell’Universo tutto è energia, tutto è campo di vibrazione energetica: la materia è energia, il corpo è energia, il pensiero è energia, le emozioni sono energia. Ciò significa che ogni pensiero, come ogni emozione è un campo vibratorio con una sua carica energetica. Le cellule del nostro corpo variano frequenza vibratoria e risuonano nel corpo, in sintonia con le note delle emozioni.
I Maestri Taoisti, attraverso le pratiche di meditazione, arrivarono a percepire che ogni organo, quando si trova in equilibrio energetico, produce una sua specifica emozione positiva e quando tale equilibrio si perde, l’organo inizia a produrre un’emozione negativa. Dunque, scoprirono migliaia di anni fa, che le emozioni più “pesanti”, a bassa frequenza energetica, sono il prodotto di uno squilibrio energetico all’interno dell’organo.
Secondo la concezione taoista, che è la madre di tutta la medicina tradizionale cinese, questi organi sono strettamente relazionati alle emozioni più importanti del nostro vivere. Ogni organo, quando è sano, è energeticamente equilibrato nelle sue componenti yin e yang, e vibra ad una sua particolare frequenza. Tale livello vibrazionale è correlato con un’emozione caratteristica di quell’organo. Quando un organo accumula energia negativa in forma di emozioni negative, si surriscalda, aumenta il proprio calore interno, e il proprio sforzo metabolico. Il surriscaldamento dell’organo con il tempo lo porta a contrarsi ed a irrigidirsi.
I Suoni Curativi sono una tecnica base del taoismo e verrà usata in molte circostanze, dal livello iniziale fino a quello più avanzato. Sono il naturale complemento ed ampliamento degli esercizi precedenti. Cambierà solo l’intensità e la qualità con cui il praticante più esperto può esprimerli. Questi suoni si impiegano per il rilassamento o il ripristino curativo dell’equilibrio energetico di ogni organo. Tramite suoni appropriati si interviene sui flussi energetici e sulla loro frequenza, così da regolare gli organi in una maniera molto più potente e raffinata. É quindi un metodo per rinvigorire le nostre potenzialità. Inoltre, agendo sulla frequenza energetica negli organi, interveniamo direttamente sulla funzionalità emotiva di ciascuno, che, a sua volta, andrà a condizionare la maniera in cui percepiamo la realtà e la sfera del sentimento.
Ogni suono crea una particolare frequenza energetica, la stessa presente nell’organo di competenza e la stessa presente nell’universo. Il suono serve così a connettersi con il proprio potenziale presente nell’organo, a ripristinarlo, raffinarlo e potenziarlo. Il risultato è che l’aspetto fisico, emotivo e psicologico della persona evolvono e si raffinano concretamente.
Orbita Microcosmica
L’Orbita Microcosmica, conosciuta anche come Piccolo Circolo Celeste, è, assieme al Sorriso Interiore e ai Suoni Curativi, la base della meditazione taoista. Si tratta di una pratica non semplice di Chi Kung, la prima che ci mette direttamente in contatto con la nostra forza vitale e il suo procedere lungo i canali energetici del corpo.
L’O.M. rappresenta per i taoisti il ciclo della terra e del cielo, del giorno e della notte, la rotazione degli astri e delle stagioni, ossia il ciclo vitale dell’universo. La circolazione delle forze vitali nel corpo è legata alle stesse leggi che governano il Cielo e la Terra, le quattro stagioni ed il giorno e la notte.
Il ciclo completo percorre due canali energetici “straordinari”: la via dello yang, Du Mai (Vaso Governatore) e la via dello yin, Ren Mai (Vaso Concezione), che vanno dal perineo all’apice della testa attraverso la spina dorsale il primo, per poi ridiscendere dalla parte 23
anteriore del corpo il secondo. Questi due canali regolano tutto il sistema energetico della persona. Sono collegati a tutti gli altri meridiani, ai centri energetici (chakra), a organi e ghiandole, quindi, la loro attivazione aumentandovi il flusso di Chi tende a sciogliere qualsiasi blocco ripristinando vitalità ed equilibrio.
Imparando così ad amministrare, conservare, riciclare e trasformare il proprio Chi la nostra forza vitale si incrementa dandoci piena consapevolezza di noi stessi e maggiori possibilità di raggiungere i nostri scopi nella vita.
Per apprendere questa pratica è importante applicarsi con diligenza e perseveranza. Occorre prima imparare a raccogliere e conservare una sufficiente quantità di Chi nel Tan Tien inferiore (hara) per poi portarla attraverso i canali aprendo con cura ogni centro energetico. Si tratta di un processo graduale e impegnativo, ma dalle potenzialità molto significative. Per i taoisti questa pratica di Chi Kung è la via per entrare nel Tao e fondersi con l’energia dell’intero universo: costruire questa strada nel nostro corpo è la via maestra.
Pratiche di Respirazione
La respirazione, con i suoi due movimenti fondamentali di inspirazione ed espirazione, è uno dei grandi miracoli dell’esistenza. Essa non soltanto riesce a liberare completamente le nostre energie vitali, ma apre la via ad un percorso di guarigione che raggiunge i più profondi recessi del nostro essere. Inspirare completamente significa riempirsi di energie vitali, essere ispirati. Espirare completamente significa svuotarsi, aprire il nostro essere all’ignoto, essere liberati. Proprio attraverso una crescente consapevolezza del costante cambiamento dei ritmi di questa funzione primaria, cominceremo a risvegliare le nostre risorse interiori di guarigione, l’energia della nostra integrità.
Respirare è vivere. Respirare in modo pieno significa vivere in modo pieno, manifestare tutti gli aspetti e la forza del nostro potenziale innato di vitalità, in ogni cosa che 24
percepiamo, sentiamo, pensiamo e facciamo. Sfortunatamente pochi di noi respirano in modo pieno.
Abbiamo perso la capacità di praticare una «respirazione naturale», una capacità che avevamo da neonati e nei primi anni dell’infanzia. La nostra respirazione cronicamente superficiale diminuisce la capacità funzionale del nostro sistema respiratorio, approssimativamente a un terzo soltanto del suo potenziale; riduce lo scambio gassoso e quindi la produzione di energia a livello delle cellule; ci depriva dei molti effetti benefici che la respirazione naturale potrebbe avere sui nostri organi interni, ci esclude dalle sensazioni più vere e provoca disarmonia e disturbi, ad ogni livello della nostra esistenza.
Che cos’è la respirazione naturale? In che modo questo tipo di respirazione potrebbe cambiare la nostra esistenza e influire sulla nostra salute? Per rispondere a queste domande dobbiamo intraprendere uno studio sperimentale del nostro corpo, in laboratorio. Dobbiamo sperimentare di persona in che modo il nostro respiro è intimamente connesso non soltanto con il nostro livello di energia, ma anche con ogni altro aspetto del nostro essere, dalla salute dei nostri tessuti, organi, ossa, muscoli, ormoni e sangue, fino alla qualità e alla portata dei nostri pensieri e atteggiamenti, delle nostre emozioni e del nostro livello di coscienza. Dobbiamo cominciare a comprendere l’enorme potere che la respirazione esercita su di noi aiutandoci ad aprirci o a chiuderci non soltanto alle nostre potenzialità interiori di guarigione, ma anche al nostro potenziale di sviluppo psicologico e spirituale.
Di tutte le più grandi scuole di pensiero tradizionali e moderne che abbiano fornito un analisi approfondita del significato della respirazione nell’ambito dell’esistenza, la tradizione taoista offre una delle interpretazioni più pratiche ed esaurienti dell’utilizzo del respiro per la salute e il benessere personale. Una possibile spiegazione di questo fatto è che per il Taoismo fin dalle sue origini, intorno al 2700 a.c., all’epoca dell’Imperatore Giallo (dinastia Huang Ti), gli obiettivi della salute e della longevità non erano mai distinti dagli obiettivi di evoluzione spirituale e immortalità. I taoisti compresero che una vita lunga, sana e piena di vitalità non soltanto è già di per sé un obiettivo intelligente, ma è anche un importante passo verso il raggiungimento di un obiettivo assai più intelligente: quello della crescita e dell’indipendenza spirituale. Basandosi sulle acquisizioni accumulate in oltre quattromila anni di sperimentazione con le proprie energie fisiche, emotive, mentali e spirituali, attraverso specifiche posizioni e movimenti e con l’aiuto del massaggio, della visualizzazione, del suono, della meditazione, della dieta e di molte altre discipline 25
pratiche, i taoisti osservarono che la respirazione naturale, respirare nel rispetto delle «leggi» dell’ organismo umano, può influire in modo significativo sulla quantità e sulla qualità di queste energie e quindi sulla qualità e sulla direzione delle nostre esistenze. È proprio vivendo in armonia con queste leggi che conquistiamo per noi stessi la libertà di scoprire e di compiere il nostro destino fisico, psicologico e spirituale.
Fra le pratiche respiratorie basilari, ma comunque dei gioielli, citiamo la respirazione addominale semplice e completa, poi abbiamo respirazioni di vari centri energetici (Tantien, Porta della Vita, ecc) e canali (Vaso Concezione, Vaso Governatore, ecc). Molto più avanzata è la respirazione attraverso tutto il corpo che richiede di aver sviluppato una notevole consapevolezza del proprio corpo fisico, comprese le dinamiche energetiche.
Concentrazione, Meditazione, Contemplazione
Se consideriamo le grandi tradizioni, ci rendiamo conto che la ricerca spirituale si è sempre prefissata di indirizzare l’essere umano verso il conseguimento di alcuni fondamentali traguardi di conoscenza e di vita. Essi possono essere così riassunti:
la conoscenza e la realizzazione del proprio vero Sé, della propria autenticità;
l’incontro con la Realtà Ultima o la conoscenza del Divino;
la comprensione della sofferenza e il suo superamento.
A queste tre finalità possiamo aggiungerne una quarta: la gioia di chi, capace di stupore e di meraviglia, è giunto al punto di trovare naturale raccogliersi in silenzio davanti al sorprendente mistero della vita, che offre occasioni sempre nuove per nutrire il senso di gratitudine e la contemplazione.
La meditazione, intesa come pratica e come attitudine, è uno strumento fondamentale per realizzare i traguardi di qui sopra. È il modo di educarci a un “religioso ascolto” del reale, che mistici e maestri indicano come il luogo privilegiato, se non unico, d’incontro con il Divino. La meditazione è indissolubilmente legata all’esperienza del silenzio interiore. È infatti nel silenzio che la meditazione affonda le sue radici e trae la sua linfa vitale. In virtù del silenzio l’uomo entra nell’intimo santuario del proprio essere, dove gli è dato di incontrare il proprio vero Sé e, come rispecchiato in esso, il volto del Divino.
Nella tradizione occidentale, che è essenzialmente cristiana, il termine meditazione ha un significato diverso da quello orientale, in quanto indica un processo di riflessione, confronto e ragionamento a partire dalle scritture sacre che prepara, assieme ad altre fasi, alla contemplazione: qui l’uomo entra in un radicale stato di silenzio e di riposo. Sganciandosi da tutte le facoltà proprie, mentali e affettive, si consegna all’iniziativa di Dio e dei misteri divini, accompagnata da religiosa ammirazione. È, in altri termini quel modo di pregare con cui la mente, lasciati da parte i molteplici e particolari atti con i quali prima cercava Dio e imposto il silenzio anche alle facoltà interiori, con semplice intuito aderisce a Dio solo e in lui si riposa e gode in tranquillità di spirito, come in uno stretto abbraccio di fede e di amore. Per questo ha ricevuto il nome specifico di contemplazione.
Uno sguardo diverso ci proviene da Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, cha ha elaborato un suo approccio alla meditazione che è una sintesi tra Oriente e Occidente. Egli segue uno schema in tre fasi (dal suo testo, Lo sviluppo transpersonale):
1. La prima fase dell’esperienza meditativa è quella del raccoglimento, della concentrazione dalla periferia al centro, della disidentificazione, cioè della liberazione dal campo della coscienza dei contenuti ordinari. Occorre fare silenzio non solo esterno, ma anche interno. Ci sono continue voci dal nostro inconscio, continue agitazioni interne che chiedono di essere calmate e pacificate prima che lo stato meditativo possa sopraggiungere.
2. La seconda fase è quella della meditazione vera e propria. Anzitutto meditazione sopra un tema formulato con una frase o indicato da una parola. Il suo primo stadio è la riflessione intellettuale, ma a questa segue qualcosa di più profondo e vitale. È un percepire, realizzare coscientemente la qualità, il significato, la funzione, il valore di quello su cui si medita, sì da sentirlo quasi vivere e agire in noi.
3. La terza fase è la contemplazione. È lo stadio più elevato del processo meditativo e di questo è difficilissimo, quasi impossibile dire con parole in che cosa consista; si può solo accennare che è uno stato di identificazione così intima con ciò che viene contemplato, che si perde la coscienza di ogni dualità; e la fusione del soggetto e dell’oggetto in una unità vivente. La contemplazione è uno stato di perfetta calma, di silenzio interno, un consistere nella pura coscienza di essere.
Come in Occidente, così anche in Oriente si attribuisce alla parola meditazione un carattere anzitutto generico. Così intesa, la parola meditazione rimanda all’uno o all’altro dei grandi itinerari spirituali, quali lo Yoga, lo Zen, il Dhammapada dello Hinayana o del Mahayana buddhisti, ecc.
I termini più specifici per indicare l’attività meditativa, abitualmente tradotti con il sostantivo meditazione, sono il sanscrito dhyana, a cui corrisponde il pali jhana, il cinese ch’an, il giapponese zen e il pali-buddhista bhavana, che considera in particolare lo sviluppo dei fattori 6,7 e 8 dell’Ottuplice sentiero, ossia il retto sforzo, la retta concentrazione e la retta conoscenza. In questo contesto la meditazione suppone il corretto uso delle facoltà mentali, ma non si costruisce facendo leva su di esse. Le facoltà discorsive della mente non sono interpellate, ma piuttosto messe a tacere, per lasciare spazio al silenzio e all’intuizione, che sono i veri strumenti della meditazione.
La saggezza che conduce alla liberazione, al Sé immortale o, per il buddhismo, a realizzare la Natura del Buddha che è in noi (per il Cristianesimo l’unione con Dio; per il Taoismo la fusione al Principio detto Tao, ecc) è il frutto della rinuncia, che significa, tra l’altro, disidentificazione costante in rapporto a tutti i prodotti del meccanismo mentale e psichico. Allora, senza essere più distratta e sviata da nulla, l’intelligenza entra in quel rapporto di conoscenza silenziosa, immediata e amante della realtà, che permette di comunicare con l’essenza stessa delle cose, così da conoscerle in profondità, evitando di lasciarsi abbagliare dalle semplici apparenze.
Vediamo ora i tre fattori dell’Ottuplice sentiero, così importanti anche per il loro valore praticamente universale:
- Concentrazione (dharana). È l’arte di focalizzare la mente, perché sia in grado di stare in modo sempre più fermo e costante con l’oggetto della propria attenzione, senza distrazioni. È il risultato della disciplina dell’attenzione, che diventando sempre più continuativa si trasforma in stabilità mentale, concentrazione appunto.
- Meditazione (dhyana). È stare con l’oggetto della propria concentrazione in modo prolungato e stabile, è consapevolezza. Gradualmente ogni pensiero diverso ed estraneo a questo processo scompare. La mente del praticante è fissata entro i confini dell’oggetto scelto, senza nessuna distrazione, per un indeterminato lasso di tempo.
- Contemplazione (samadhi). Qui lo stare con si fa così intimo e stabile da superare il dualismo soggetto-oggetto. Non si tratta di una rinuncia all’individualità, ma della sua massima espansione ed esaltazione, dove tutti i potenziali di vita dell’Io trovano
finalmente espressione nel rapporto di intimità e di amicizia con il reale. Il risultato della contemplazione è essere consapevolezza e beatitudine.
Ci si rende conto di come tutta la disciplina orientale della meditazione sia essenzialmente un’educazione allo stare disponibilmente con la realtà per ciò che è, senza volerla costringere dentro i nostri parametri mentali e desideri. Le facoltà discorsive della mente non sono interpellate, ma piuttosto messe a tacere. La meditazione diventa così un fatto essenzialmente contemplativo, legato alla consapevolezza, ossia alla presenza silenziosa che ascolta.
Le Pratiche Universali
Il viaggio spirituale che inizia con la concentrazione, passa per la meditazione ed approda alla contemplazione richiede un impegno costante e risoluto. Le maggiori tradizioni ci hanno lasciato conoscenze e pratiche di inestimabile valore. Tra queste:
Meditazione di consapevolezza del corpo fisico
Meditazione di consapevolezza del respiro
Meditazione di consapevolezza dell’ambiente
Meditazione di consapevolezza della mente (pensieri e stati emotivi)
Meditazione di consapevolezza esistenziale
Meditazione di consapevolezza con mantra