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La Vita, un tesoro

La Vita, un tesoro 

di Massimo Forcellini

 

Secondo la tradizione Taoista, che è anche all’origine della Medicina Tradizionale Cinese, ogni essere umano nasce con una certa quantità di energia vitale. Tale quantità dipende da vari fattori: ereditarietà, modalità del concepimento, periodo dell’anno, posizione degli astri, ecc. Dal momento in cui nasciamo iniziamo a consumare la nostra quota di vita. La reintegriamo tramite l’alimentazione e il respiro, ma tendiamo gradualmente a consumarla. Quando finisce siamo arrivati al termine della nostra vita.

Ciò che accade in genere è che oltre al consumo naturale di questa energia si aggiunge una inconsapevole dispersione che non solo accorcia il nostro tempo di vita potenziale, ma ci espone a squilibri che possono limitare la possibilità di vivere in salute e pienezza.

Se consideriamo il corpo fisico, la dispersione è generalmente dovuta a stili di vita sregolati frutto di un scarso o assente ascolto della propria fisicità che porta ad un rapporto non rispettoso dei suoi naturali equilibri. Tutto ciò si manifesta poi in posture scorrette, tensioni croniche, disfunzioni fisiologiche, malattia, ecc.

Tuttavia, l’ambito che determina la maggiore dispersione energetica (che è poi la causa primaria degli squilibri fisici) sono gli eccessi emozionali. Emozioni e sentimenti sono ovviamente parte della vita di ognuno e non sono quindi di per sé causa di disarmonia. Lo divengono quando sono eccessive e permangono per lunghi periodi di tempo. In MTC, data la loro capacità di squilibrare il nostro sistema energetico, le chiamano patogeni interni e sono: collera, gioia eccessiva, rimuginazione (eccesso di riflessione), preoccupazione e ansia, tristezza, paura e shock.

Le condizioni del nostro corpo e le nostre attitudini emozionali sono naturalmente legate alla strutturazione della nostra mente (conscio e inconscio). Da una parte gli automatismi appresi durante la nostra crescita in rapporto con il mondo circostante, dall’altra la capacità più o meno maturata di essere presenti a noi stessi in modo consapevole.

Quest’ultimo aspetto è di primaria importanza, infatti ci si può accorgere di come molto spesso la nostra mente corra in modo incontrollato attraverso parole, immagini e quanto altro. Quello che gli orientali paragonano ad una scimmia che, sempre in movimento, salta da un ramo all’altro. Questo brusio mentale più o meno inconsapevole agisce costantemente sulle nostre emozioni e quindi sul corpo. Poi c’è una relazione reciproca dove le nostre emozioni sostengono e danno forza ai pensieri collegati. Dunque, si possono creare circoli viziosi che coinvolgono corpo, emozioni e mente che possono allontanarci significativamente dal nostro equilibrio e rappresentare un enorme dispersione di energia vitale. Per questo motivo è importante stabilizzare la nostra mente per poter gestire al meglio le emozioni, il che non significa imporci un controllo rigido o repressivo, ma riappropriarci di noi stessi per esprimere al meglio le nostre potenzialità, la nostra autenticità.

Nella tradizione Taoista in generale e nell’alchimia in particolare, si ritiene che per realizzare la pienezza della nostra vita occorre tesaurizzare la propria energia vitale (Qi). La base del percorso implica un accumulo della forza vitale correggendo quegli aspetti che ne determinano la dispersione. A questo scopo, si opera sul corpo affinché ritrovi una condizione naturale che implica una postura corretta, l’assenza di tensioni croniche, una ottimale circolazione sanguigna e quanto altro ci porti ad una condizione fisica nella quale l’energia vitale può fluire pienamente in noi.

Per realizzare ciò è comunque indispensabile armonizzare la propria dimensione emozionale, liberandola da tutti quegli eccessi che non solo si riflettono sul nostro corpo fisico ed energetico, ma impediscono alla nostra mente, alla nostra intenzione cosciente di realizzare la stabilità necessaria per elevare ed ampliare la coscienza.

Mano a mano che si riducono le “falle energetiche” si può apprendere ad acquisire l’energia attraverso altri canali oltre a quello alimentare e respiratorio. Acquisendo familiarità con la percezione dell’energia vitale, non solo si può contribuire direttamente all’equilibrio interno del nostro corpo, ma si può anche scambiare energia con le forze naturali esterne. In questo modo si realizza un significativo aumento della propria vitalità.

Ecco che si è innescato il processo virtuoso che, secondo l’alchimia Taoista, determina la realizzazione di precise tappe di trasformazione che armonizzano sempre più la persona (fisico, energetico, psichico) conducendoci ad essere consapevoli e a vivere la propria parte spirituale.

Attraverso un graduale e impegnativo lavoro si riesce a ritrovare la propria naturale, spontanea, autenticità. L’energia vitale, la vita, può ora fluire liberamente in noi e con il mondo, ci sentiamo di partecipare ad un processo universale nel quale ci sentiamo pienamente e felicemente integrati.